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La comunicazione in tempo di crisi

L’accoglienza di questi 365 giorni ha dovuto rimettersi completamente in discussione, ripensarsi completamente, cercando di far emergere il sorriso tipico riservato agli ospiti, anche da dietro una mascherina chirungica.


[Articolo aggiornato il 29-03-2021]

Un anno esatto di pandemia. Un anno esatto di turismo bloccato, poi trasformato, poi riadattato alle esigenze dettate settimana dopo settimana dall’emergenza sanitaria.

L’accoglienza di questi 365 giorni ha dovuto rimettersi completamente in discussione, ripendarsi completamente, cercando di far emergere il sorriso tipico riservato agli ospiti, anche da dietro una mascherina chirungica.

La Costiera Amalfitana, in particolare, ha dovuto e ancora lo sta facendo, riscoprire la propria anima territoriale, con il turismo internazionale bloccato, quasi del tutto annullato se non in sporadiche occasioni.

Ma nessun imprenditore si è arreso, anche se con fatica. Ognuno ha cercato di adeguarsi o reinventarsi. Tutti hanno adeguato i loro locali o accommodation con i dispositivi di sicurezza necessari, i numeri dell’accoglienza si sono ridimensionati, il tipo di vacanza proposto è cambiato.

La comunicazione, ovviamente, ha giocato un ruolo fondamentale. Prima di tutto per rassicurare gli ospiti sulle misure di sicurezza anti-Covid-19 adottate nella struttura. Poi per garantire una maggiore flessibilità sui termini di prenotazione, vista l’imprevedibilità della situazione di contagio e restrizioni sociali connesse.

Infine, ma non ultimo per importanza, per imbastire una nuova narrazione di vacanza. Riscoperta dell’animo territoriale, idea di vacanza vocata all’esporazione delle vicine bellezze imperdibili, proposta di attività personalizzate, lontane dal caos e prenotabili in pochi clic, a pochi giorni dalla partenza. La parola d’ordine è non fermarsi, perchè un’altra stagione imprevedibile ci aspetta.

Intanto lo scorso marzo 2020 eravamo arrivati a questo punto. Consigli ancora del tutto validi.

Il 2020 sarà sicuramente ricordato come l’anno della crisi sanitaria causata dal Covid-19. Un inizio anno segnato da una pandemia virale, le cui misure di contenimento stanno causando un blocco materiale, fisico addirittura, costringendoci in casa, e dal punto di vista economico, fermando determinati settori produttivi e facendo prevalere le modalità di smart working per le aziende e i professionisti che ne hanno la possibilità. Alcuni settori trainanti per l’economia italiana, come quello turistico, stanno subendo la crisi più di altri, vivendo in questo momento un blocco quasi totale.

In questo contesto, la domanda che un comunicatore deve porsi è: vista la situazione in continua evoluzione, dato il momento di stallo attuale di gran parte delle attività, è giusto bloccare anche la comunicazione? La risposta è: ovviamente no.

Adeguare le strategie comunicative al contesto attuale, continuare ad accompagnare i propri lettori/potenziali clienti in questo momento critico, infondendo fiducia, propinando i giusti consigli, invogliandoli a sorridere oggi (che sono presenti sui social o in rete più che mai), per poterceli trovare vicini domani, quando tutto tornerà alla normalità e si dovrà ripartire, è la linea d’azione più efficace che tu possa adottare per il bene della tua attività. 

Purtroppo anche alcuni grandi brand stanno predilegendo in questo momento la strategia dell’indifferenza, sorvolando sulla situazione critica attuale e continuando con le proprie campagne come se nulla fosse. In rete e sui social si trovano addirittura ancora pubblicizzate offerte con scadenza nel mese di marzo, che invogliano a partire o a cogliere l’opportunità di un particolare sconto per un soggiorno, per rimanere nell’ambito del settore turistico.  Altri ancora, invece, al contrario all’annuncio di chiusura temporanea dell’attività hanno fatto seguire il nulla cosmico, il blocco totale di comunicazioni.

Ma il lavoro del social media strategist e del content manager oggi non può e non deve fermarsi. Questo è il momento di lavorare sodo, aggiornare i propri piani editoriali, costruire una comunicazione ad hoc per condurre l’attività che seguiamo ad affrontare nella maniera più serena possibile questo momento critico e farla ripartire in quinta quando finalmente si tornerà alla normalità.

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